Notizie in tempo reale sul mondo dello sport: calcio, tennis, basket, pallavolo e tanto altro ancora

lunedì 13 marzo 2017

Fattore Ramos. I suoi colpi di testa arma in più del Real Madrid.

Fattore Ramos. Cristiano Ronaldo, Bale, Benzema?..macchè. Il giocatore più decisivo del Real Madrid è Sergio Ramos. Pur essendo un difensore centrale, lo spagnolo, sta trascinando i blancos a furia di gol e vittorie. Una semplice giocata, il colpo di testa, che ha trasformato in letali gli schemi offensivi su palla inattiva della squadra di Zidane. Sono infatti 10 i gol realizzati da Ramos in stagione (coppe comprese), di cui ben 8 realizzati di testa. Gol che spesso sono pesanti, vedi le due finali di Champions di Lisbona prima e di Milano poi, e che spesso avvengono nella ormai ribattezzata zona Ramos, ovvero in pieno recupero a tempo ormai scaduto. Gol pesanti che sono arrivati anche nella stagione in corso: ne sono un esempio i gol realizzati al 93' contro il Siviglia in Supercoppa Europea, al 90' nel Clasico de la Liga contro il Barcellona e la settimana dopo al 92' contro il Deportivo la Coruna. Ultimi della serie, questa settimana: prima il pareggio al gol di Mertens al San Paolo , propiziandone poi anche l'autogol , e poi nella sfida di ieri sera il  gol del della rimonta contro il  Betis nella 27° giornata di campionato.  Sui social si divertono a prendere in giro chi ancora lo definisce un difensore, sta di fatto che Sergio Ramos è l'arma in più di questo Real. Arma che potrebbe portare li dove nessuno è arrivato mai, la conquista della seconda Champions consecutiva, condita magari anche dalla vittoria de la Liga. Sempre a patto che ci sia un calcio d'angolo...

giovedì 9 febbraio 2017

Sanremo: Non solo musica a Sanremo. Tra battute e promesse è Totti show.

Non solo musica a Sanremo: Francesco Totti torna sul palco dell’Ariston. Entra in scena tre volte:  diverte con la solita spontaneità e simpatia. Presenta le canzoni a modo suo e poco importa se interrompe il cerimoniale del festival, salutando il direttore d’orchestra  “ciao Maestro Campagnoli", chiamando "sciopè" l'autore Cheope, e poi non rispettando la scaletta con il cambio della scelta della sua canzone preferita ( “il piccione di Povia”),  a lui si perdona tutto.  Immancabile la dichiarazione d’amore alla sua Roma: “Sono riuscito a realizzare il mio sogno. Tra 20 anni mi vedo in un ruolo importante, nella Roma o altrove, ma farò qualcosa che mi piace". Dopo aver visto un video con i suoi 14 gol alla Fiorentina, c’è il tempo per  scherzare con Carlo Conti: "Sarebbe stato banale presentarmi qui facendo il 4 con la mano, anche perché io non ho giocato", ha detto Totti riferendosi alla gara tra Roma e Fiorentina di martedì sera. In realtà Francesco ha giocato gli ultimi minuti, ma per Carlo Conti a non essere scesa in campo è stata la squadra viola: "Anzi grazie Fiorentina, non hai giocato e sei rimasta a vedere Sanremo". Gag e battute a parte come è di rito per un calciatore al termine di un incontro, Totti si è sottoposto ad un intervista con domande buone cattive: "Non accetterei nessuna proposta economica per mia moglie, anche se fossi in grandissima difficoltà economica, perché sono troppo geloso dei miei valori". Tra questi, il tifo per la Roma: "Se mio figlio Cristian avesse una maglia della Lazio nel cassetto lo rispetterei, ma tanto è impossibile che succeda". Per far vincere lo scudetto alla Roma poi, Totti è perentorio: "Canterei gli inni di tutte le squadre, ma chi mi garantisce che poi lo vinco?". Capitolo scherzi: "Lo scherzo più bello ricevuto? Mi hanno tagliato i calzini dentro lo spogliatoio, sembravo padre Pio. Io ne faccio tanti, l'ultimo è ad Empoli. Ho messo l'acqua sul seggiolino del nostro team manager e aveva una chiazza enorme sui pantaloni." Insomma risate, sorrisi e saluti finali con il lancio dei palloni autografati, in galleria. Semplicente Francesco Totti.








martedì 17 gennaio 2017

Quelli del ’90: Belotti e Donnarumma, simboli del nuovo che avanza.



Così giovani ma già cosi leader. Uno attaccante l’altro portiere, Andrea Belotti e Gianluigi Donnarumma stanno pian piano diventando i simboli del presente e dell’imminente futuro del calcio italiano, del nuovo che avanza. La dimostrazione che non è vero che l'Italia non produce più giocatori, anzi è vero il contrario. Se Donnarumma, seppur non ancora 18enne,  sembra esser destinato a diventare  l’erede designato di Buffon, dando seguito alla tradizione dei portieri, è ragionevole pensare che la doppia R- Rugani & Romagnoli -  raccoglierà l’eredità della BBC  proteggendolo  almeno per il prossimo decennio. Come se non bastasse l’abbondanza in mezzo al campo induce a pensare che l’Italia sia il paese dei centrocampisti:  dallo già affermato Verratti, passando per il trio Cataldi-Baselli-Benassi, fino ad arrivare al duo ancora acerbo ma comunque in proiezione nazionale Locatelli-Pellegrini. L’attacco invece è affidato alla combinazione della creatività garantita dall’estro di Federico Bernardeschi, Domenico Berardi e Lorenzo Insigne unita all’esplosività  assicurata da due dei rari veri attaccanti centrali degli ultimi anni: il “Gallo” Belotti e Ciro Immobile, che con i loro gol stanno alimentando il sogno Europa di Torino e Lazio. Proprio il “Gallo”, paragonato a Gianluca Vialli per prestanza fisica e doti tecniche, ha visto il 2016 come l’anno della sua consacrazione. Ragazzi che nel loro piccolo, per ora, stanno facendo sognare i tifosi dei rispettivi club di cui indossano la maglia, ma che da qui al prossimo mondiale in Russia, potrebbero unire un paese intero a gridare ancora una volta  il nome dei loro beniamini che diventano campioni.    


martedì 7 giugno 2016

Blog in ristrutturazione

A tutti i lettori di questo blog, la readazione annuncia che il blog è, per problemi tecnici, momentaneamente in ristrutturazione. Le attività riprenderanno il prima possibile. Ci scusiamo per il disagio. A presto.

La redazione.